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Nonnis Giulio

Giulio Nonnis è nato a Nuxis nel 1935, sotto il segno del Leone, da genitori di Santadi, Comune di cui Nuxis era frazione. È cresciuto nella peggiore povertà, afflitto da malesseri che gli resero triste l’infanzia. Fu salvato in extremis da alcuni medici con farmaci forniti dagli “alleati”. Suo padre, a causa di un incidente sul lavoro, era costretto a muoversi sulle stampelle. L’umiltà fu la sua ricchezza e l’onestà il suo orgoglio. Il sostentamento della sua famiglia era dovuto alla carità della buona gente. Verso la fine degli anni Quaranta terminò le elementari senza aver fatto uso di alcun sussidiario, solo quaderni e penne. In seguito fu affidato a una famiglia di possidenti come guardiano di armenti, la sua casa furono i campi notte e giorno. I suoi passatempi nei campi erano zufoli, scacciapensieri, armonica a bocca e canti improvvisati. La poesia e il canto divennero così la sua passione, espresse esclusivamente in lingua sarda, tanto che dimenticò quel poco che conosceva di italiano. Trovò lavoro presso l’industria mineraria dove, nelle ore libere, riprese a parlare l’italiano. L’uso della lingua sarda era infatti considerato quasi una maleducazione, quindi dovette conservare la sua lingua, come in uno scrigno. Seguirono le grandi emigrazioni e anche lui si trasferì per lavoro all’estero, dove è rimasto trent’anni, sempre con la Sardegna nel cuore. Rientrato nell’Isola, si è dedicato alla campagna che gli ha ispirato la maggior parte dei piccoli capolavori contenuti nell’opera: Il Sardo nel Sulcis. Poeticamente Parlato, la sua prima pubblicazione.Il volume Come un avvoltoio è la sua seconda pubblicazione, che l’Autore dedica ai compaesani e invita tutti a leggerla e a fare una seria riflessione.

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